Sulla soglia del collegio dove soggiornavo provvisoriamente, infastidita dalle insistenze materne affinché mi mettessi in posa per la fotografia. Tre anni meno qualche mese, ero arrabbiata perché quella domenica, mamma arrivò tardissimo. Era già suonata la campanella, a indicare che gli "ospiti", dovevano uscire. Io, appesa alla gonna della mia suora preferita, suor Lucia, non ne volevo sapere di mettermi a disposizione dei giochi di mamma. offesa anche perché aspettavo la visita di due fantastici "nonni", venuti a conoscermi insieme a lei, la domenica precedente. Delusione: loro non c'erano.
Questa scena la ricordo piuttosto bene, vidi per la prima volta, mamma arrabbiarsi. Non volevo salutarla, mi ero offesa con lei e ci restò talmente male che alzò i toni, rimproverandomi. Mi misi a piangere, infilandomi il dito in bocca, tirando per la veste la monaca affinché ci allontanassimo.
Una ferita nel cuore di una giovane donna, incapace di comprendere la confusione emotiva di una bimba. Quanto era bella però, il suo profumo m'inebriava e lo conservo, indelebile, nella memoria.
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