Ed eccola Anna, in un attimo intimo di tenerezza. Un nuovo amore, illusione di felicità future, per dimenticare la disperazione appena lasciata alle spalle.
Lui credeva ciecamente alla madre, le tue spiegazioni rimbalzarono inutilmente, sulle pareti della stanza. non ti stette a sentire.
Gli schiaffi fanno male, ma la ferita provocata nell'animo, è ancor più dolorosa, profonda e indelebile.
la serbasti dentro di te tutta la vita.
L'estate ti offriva l'opportunità di passeggiare con il tuo bimbo e conoscere Torino.
Usavi il tram con maggiore padronanza, spingendoti sino al centro della città. L'imponente stazione di Porta Nuova, davanti alla quale ti si apriva la bellezza dei giardini di Piazza Carlo Felice, invitando a visitare il centro storico.
Camminavi all'ombra dei portici dalle colonne marmoree di via Roma, capaci di accogliere qualunque "forestiero", offrendogli dettagli unici.
Durante queste piccole gite, ti sentivi serena, lontana dalle difficoltà giornaliere. Percorrendo questi itinerari, spegnevi i morsi della fame, mordendo una mela, acerba e nemmeno pulita. Accaldata, l'arsura ti irritava la gola, allora ti dissetavi incollandoti al getto di una delle fontanelle, distribuite per le vie o nei parchi cittadini. Fu così che il tifo colpì la tua già debilitata persona, costringendoti a un lungo ricovero ospedaliero.

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