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domenica 8 giugno 2014

UNA E-MAIL COMMOVENTE

 
 
 


L'e-mail di un' amica d'infanzia, l'unica, mi ha regalato una grande emozione. Livia, ovvero Lilli, di cui ho parlato nel mio romanzo e che ha condiviso alcuni tratti dei miei turbamenti infantili e adolescenziali. Un'amicizia che dura da cinquantatré anni, forte più che mai.

Cara Lisetta,
Sono ormai diversi giorni che ho finito di "divorare" il tuo libro ed ho atteso fino ad ora per parlartene. Speravo di avere un po' di tempo per chiamarti al telefono. Il tempo non l'ho trovato, allora mi decido  a dirti due parole via e-mail.
Prima ho usato il termine "divorare", per sottolineare quanta curiosità di conoscere il seguito ha suscitato in me la lettura, fin dalle prime pagine. Avevo una gran voglia di scoprire qual' era il tuo posto nella intricata vita di tua madre e, via via che procedeva il racconto, capivo quanto poco io, sazia di affetto, avessi all'epoca compreso la tua sofferenza profonda, legata alla mancanza di una famiglia completa. Diciamo pure che la famiglia al completo c'era, ma con una mamma qua, un fratello là, un papà "dimissionario", una nonna riluttante, qualche zia che compariva a comando e solo dei nonni "acquisiti" ad essere il tuo vero, rassicurante punto di riferimento.
Confesso che a quei tempi, pensavo che il nostro affiatamento, la nostra capacità di capirci al volo, fosse dovuta alla comune disgrazia, di avere delle madri troppo autoritarie e soffocanti. Solo ora scopro, che per te c'era molto di più. C'era il timore di non contare abbastanza, di non essere al primo posto nei pensieri e negli affetti di tua madre. E pensare che ti consideravo molto più fortunata di me, con una casa da sogno, con una mamma "moderna" nei modi e nelle idee. Con la possibilità di fare vacanze senza la mamma dietro...Io mi sognavo tutte queste meraviglie.
Detto questo, si conferma ancora una volta, che l'amicizia è istintiva come l'amore, non ha bisogno di fondarsi su basi razionali, sulla conoscenza matematica dei fatti. Sono diventata tua amica e con orgoglio lo sono ancora, anche se avevo capito molto poco della tua esistenza di allora.
Ancor più capisco ora, il bisogno di riscattare, attraverso il racconto, gli immancabili sensi di colpa. Una volta sulla carta, ci sembra più facile gestire storie, personaggi ed emozioni.
Brava Lisa, mi hai fatto rivivere con commozione, un frammento di strada della mia vita che, casualmente, ha incrociato la tua.

Un abbraccio.   Lilli

PS: Grazie per il lusinghiero ritratto della mia famiglia di allora.

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